Penne 24 Luglio 2024
PENNE. “A me il cuore batteva forte”; “A me veniva da ridere e urlare insieme”; “Un po’ ho avuto paura, ma poi avevo voglia di farlo ancora”. Questi alcuni dei tanti commenti a caldo dei 20 ragazzi che stanno frequentando il campo estivo di Tramand’Arti dopo l’esperienza vissuta nel parco avventura Collalto, nella Riserva Naturale Regionale Lago di Penne. Un luogo nel quale sperimentare le proprie abilità e superare difficoltà crescenti. I ragazzi lo hanno raggiunto con un pullman, accompagnati dall’entusiasmo e dalla curiosità che caratterizzano le novità. All’arrivo i più piccoli sono stati impegnati nella palestra di arrampicata, propedeutica al Parco Avventura, dove sperimentare equilibrio e uso dei piedi, mentre per i più grandi ci sono state numerose prove da superare: dal camminare come funamboli e a muoversi sospesi tra torrette artificiali, al camminare tra passerelle e ponti tibetani. Il tutto nella massima sicurezza, con l’assistenza del personale qualificato e dopo aver indossato una idonea attrezzatura (imbrago, casco, kit). Grandi e piccoli si sono poi ritrovati per l’ultima emozionante avventura: un volo nel bosco grazie alla carrucola.
Ad accoglierci Antonio Stroveglia e altri operatori di Wolftour Discover Abruzzo, tour operator che gestisce alcune attività turistiche nella Riserva del Lago di Penne, come le visite guidate, la scuola di canoa, le passeggiate e molto altro grazie a un accordo di partenariato con le cooperative che fanno capo a Cogecstre, gestore dell’Oasi di Penne. Al termine, i ragazzi e i bambini hanno visitato l’area floro-faunistica della Riserva Naturale Regionale e Oasi WWF Lago di Penne provando a osservare lupi ibridi, istrici, ricci, tartarughe, furetti facendo anche attenzione alle tipologie di piante presenti, tra questi il leccio, il ginepro e molte altre. Grazie alla guida è stato possibile capire le attività del “Centro lupi & ibridi”, unico del suo genere in Italia. Opera con l’obiettivo di informare e sensibilizzare sul problema dell’ibridazione per la conservazione del lupo appenninico (Canis lupus italicus), assicurando al contempo una vita il più possibile dignitosa e rispettosa del benessere degli animali che ospita, che non possono essere rilasciati in natura perché non in condizioni idonee e per ragioni di conservazione della specie. Il tutto in luogo dal grande fascino, nella zona ci sono decine di km di sentieri e tratturi, molto frequentati soprattutto dai ciclisti.
Poco prima del termine della visita guidata sono state tante le curiosità sul territorio raccontate: i fiumi Fino e Tavo che si “congiungono” in una località che per questo si chiama ‘Congiunti’ per formare il Saline, in passato Salino. La ricchezza della zona, che emerge anche dalle parole salario (dalla via del Sale) e da pecunia, che deriva da pecora, fino a parole che fanno trasparire l’orgoglio di essere abruzzesi: Italia secondo alcune fonti si chiama così perché deriva da Italói, termine con il quale i greci designavano i vitelli (Vituli o Viteli), e la zona vestina ne era ricca. Inoltre Penne sembra abbia dato il nome alla catena montuosa degli Appennini, parola che sta a significare ‘presso Penne’.
Queste piccole nozioni hanno regalato sorrisi a tutti prima di una ristoratrice pausa pranzo e qualche ora di gioco in libertà nell’ampia area antistante il centro visite. C’è stato poi il tempo per una foto di gruppo, su un enorme tronco che arreda l’area. I volti felici e sorridenti fermati da quello scatto raccontano più di mille parole una giornata che ha saputo regalare, per citare Eros Ramazzotti,:
un’emozione per sempre,
momenti che restano così,
impressi nella mente.
Evelina Frisa